L'Associazione 'Altripiani' per mezzo dei suoi Soci Volontari  promuove le idee, i progetti e si fa volontaria per inglobare nuove sinergie associative, diventa partner e mette a disposizione della proposta, unità pensanti e operanti volontarie. Ricercherà i migliori principi di collaborazione con fonti esterne e di palese trasversale positività sociale.

L'Associazione intende convergere al progetto più realtà possibili, pertanto lascia che una scelta oculata porti a un futuro di umana collaborazione per il raggiungimento di obiettivi comuni.

Intende rivolgere il suo sguardo anche a fasce ancora più deboli, ancora più in difficoltà, ancora più emarginate, intende, per mezzo dei suoi volontari ascoltare anche il silenzio degli innocenti verso cui le parole sono importanti. Di più, le parole mostrano la cultura, il grado di civiltà, il modo di pensare, il livello di attenzione verso i più deboli. Non è una esagerazione. Cambiamo il linguaggio e cambieremo il mondo. Ci sono parole da usare e non usare. E quelle da non usare non vanno usate.

Insieme ai soci e alla gente comune, si è cercato di stabilire, oltre a un punto di incontro fondamentale per il quotidiano di speciali categorie, anche il senso della competività, dello stare insieme, di rinnovare nella collettività culturale in questo caso, lo spirito positivo che contraddistingue i partecipanti.

La vita ci presenta diversi ostacoli, ma la nostra associazione vuole superarli affinchè si possa, insieme, sensibilizzare le persone e la società a un diverso modo di vivere insieme senza distinzioni di alcun genere, ed è per questo ed per altri mille motivi che l'Associazione intende evolversi e ha pensato a una succursale Picena e un nuovo progetto DEDICATO denominato 'DMD' per le disabilità partecipative, ma e soprattutto per un “Ritorno all'umano” e alla normalità dell'umanità perduta nel tempo.

Insieme  per promuovere il benessere di soggetti più deboli e valorizzare le loro energie, ma anche di formare e reintegrare nella società elementi che se ne fossero allontanati, il senso della cura, il prendersi cura degli altri, dell’attenzione alle persone, come punto di partenza per un percorso di sostegno che oltre al benessere psicofisico miri alla risocializzazione, alla fiducia, ad un più sereno rapporto col vivere nella società in un territorio da scoprire e curare.

Un lavoro il cui senso e scopo va ad abbracciare tutte quelle possibilità di socializzazione e di contatti umani che ancora non sono state soffocate e vietate da pregiudizi, egoismi, disposizioni, muri, regolamenti, barriere. E con la volontà di usare la nostra stessa personale esperienza del disagio, della cultura della solidarietà come strumento d'interrogazione e di senso...

Un’interrogazione sulle tematiche sociali e la condizione dei disagiati, di realtà troppo spesso consegnate ad un limbo senza nome, senza fondi, senza prospettive. E una riflessione su come questo sistema andrebbe aiutato e migliorato per il raggiungimento dei suoi scopi un percorso di speranza, solidarietà, forse redenzione e risocializzazione, verso cui questa bozza di progetto operativo "DMD" come strumento di accoglienza, formazione spirituale e morale ed inserimento sociale vuol essere non solo un contributo, ma un impegno per realizzarlo.