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Via della Storia |
14 |
Sentiero al Lago |
2 |
Cammino del Giudice |
15 |
Via del Messaggio |
3 |
Strada dei Bivi |
16 |
Via dei Pini |
4 |
Contrada delle Leggi |
17 |
Cammino al Ponte |
5 |
Strada ai Borghi |
18 |
Sentiero della Baia |
6 |
Contrada Fontanella |
19 |
Strada Curva |
7 |
Sentiero al Parco |
20 |
Sentiero alla Foresta |
8 |
Strada al Porto |
21 |
Viale del Querceto |
9 |
Via delle Merci |
22 |
Sentiero degli Spettri |
10 |
Viale del Teatro |
23 |
Strada Montana |
11 |
Cammino della Rosa |
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12 |
Strada dei Campi |
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Via del Cammino |
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Città Fantasma
Scendendo lungo le valli da nord si raggiunge la Strada al lago e al centro di queste colline intersecate, si palesano gli scheletri di antichi edifici rimasti in piedi, quasi a ricordarci che vogliono rimanere a far parte del panorama storico. Nei pressi di uno di questi, a pochi metri dal ciglio stradale in terra battuta al centro del quale v'è un sentiero in pietra, staziona il "Boccale del Corvo" all'interno di una struttura messa in sicurezza antisismica e arredata per intero in legno. La zona isolata e silenziosa riesce, a volte, a rinnovare gli spiriti anche se, narra la leggenda, che ve ne abitano a bizzeffe nella vecchia necropoli, a ovest, che confina con il Borgo dei vecchi minatori. ©
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Antiche Rovine di Banshee
Nella Città
Fantasma dal Borgo dei Vecchi Minatori all'estremo nord-ovest, tornando verso la città
seguendo i sentieri più a nord ove le colline vanno a congiungersi con vette
più aspre, attraversiamo le Antiche Rovine di Banshee, resti di costruzioni
ricoperte ormai da una fitta vegetazione. Anfratti, cunicoli e grotte offrono nascondiglio ad ogni tipo di esseri.
La leggenda narra infatti che queste antiche rovine diano riparo a creature fantastiche che, se saremo fortunati,
potremmo vedere danzare al chiaro di luna
rincorrendo le loro note, ma ciò che non è visibile all’occhio umano...almeno, non per tutti. Solo il tempo ci racconterà se avremo questo spettaccolare privilegio o vivremo soltanto come personaggi di una leggenda … ©
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Boccale del Corvo
Isolato a nord della città c'è un luogo ideale dove assaporare i sapori e i gusti locali
oltre a respirare l'aria speciale di questi luoghi quasi dimenticati e collinari. Sarete accolti in un ambiente pulito e rustico,
arredato con tavoli in legno recuperato e mobili intarsiati con disegni
di vita. Un camino accoglie a est gli avventori, mentre poste vicino ad ogni
angolo, piante verdi arricchiscono l'ambiente. Inoltre troviamo
fregi in legno appesi alle mura della locanda, essi riportano immagini di quotidianità. Un Astore
scolpito in legno posiziona immobile all'entrata. Le pareti maggiori sono contornate da stucchi finti e
dipinti con motivi astratti. Uscendo
abbiate solo l’accortezza di non spingervi troppo a nord e in particolare cercate
di evitare il cammino di notte. Lo riporta anche un cartello degli Esploratori, all'uscita del luogo
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Borgo Vecchi Minatori
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Nella Città
Fantasma a nord di AT7.0, se la
curiosità non vi spinge in luoghi più ameni, dal "Boccale del Corvo" o dallo "scheletro" della Città fantasma, (luoghi che si incontrano lungo la strada attraversando la Strada al lago) , seguendo un angusto e
ripido sentiero verso nord, troviamo un vecchio borgo di minatori. Una serie di
catapecchie e casupole in pietra dove si presume ci fossero i minatori nel
periodo del boom dello sfruttamento dei giacimenti... molti decenni fa. Il sentiero ciottolato e polveroso allargandosi
divide in due il piccolo borgo oramai abbandonato. Sul lato ovest del
borgo si trovano le tre costruzioni che fanno da ingresso a tre cunicoli
principali delle miniere, si notano anche i meccanismi a carrucola e gli
ingranaggi oramai in disuso e arrugginiti che servivano un tempo a calare e
sollevare uomini e materiale di scavo. Questa è l’apparenza della superficie,
sotto, in realtà, tutti i cunicoli della miniera sono stati ristrutturati con opere
in muratura onde trasformare le vaste aule e sotterranee di scavo nell’attuale
rifugio fortezza degli uomini dell’X e di tutta la Loro Leggenda di Mutanti. Nessuno conosce
la disposizione attuale e la mappa della presunta fortezza compresa di trappole
protettive per chi cercasse di penetrarvi senza permesso, nessuno, tranne la
Collettività e il Mutante X in persona che pare abitano il luogo. ©
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Rosa Scarlatta
Siamo nel cuore del territorio.
Se dopo una lunga passeggiata tra le bellezze architettoniche della città, il vostro palato vi chiede di assaporare i sapori e i gusti locali recatevi presso la Rosa Scarlatta.
Sarete accolti in un ambiente gentile e raffinato, arredato con tavoli in legno di quercia e mobili intarsiati ad arte. Un camino accoglie a est gli avventori, tavoli e sedie in stile precedono l'ampio spazio dedicato al ristoro, abbellito anche da bellissime piante verdi che fanno da contorno al luogo arricchendone l'ambiente, insieme a fregi in legno appesi alle mura della locanda, motivi floreali, grifoni, sagittari e coppie di pesci.
Luogo davvero accogliente e caldo.
Il luogo di ritrovo degli abitanti di 7.0 ©
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Piazzetta della Fontanella
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La Piazzetta della Fontanella, situata di fronte la Rosa Scarlatta,
il cui ingresso si raggiunge con il cammino omonimo, una strada
larga 2 metri e lunga oltre 100. Ha il fondo lastricato con materiali di recupero
pregiati ma la disposizione a semicerchi alternati per tutta la sua
lunghezza la caratterizza distinguendola da tutte le altre vie. La Piazzetta,
abituale luogo di ritrovo , è connubio di
romanico e barocco. Nella Fontana, al centro, scultura e architettura dei
mastri aeterniani, si compenetrano e si fondono in un suggestivo spettacolo
acquatico. Una celebre tradizione vuole che sia di buon auspicio bagnarsi con quell'acqua. Nella
piazza i distratti passi dei viandanti, il solenne incedere delle guardie, le
giocose grida dei bimbi si accompagnano al cadenzato gocciolare dell'acqua che
scorre ininterrottamente riempiendone la vasca. La
Piazza è quadrangolare, ogni lato misura circa 25 metri, in quello a sud due
colonne in marmo con abbellimenti in stile corinzio sorreggono uno
spazioso balcone abbellito da rose rampicanti ed edera all'ombra di alberi secolari. A nord un'ampia parete accoglie l'arte dei cittadini che si dilettano ai murales.
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Anfiteatro
L'Arena
delle Giostre, al confine nord-est della città, è
raggiungibile da sud percorrendo
Viale del Teatro. In questo luogo si svolgono rappresentazioni, gare sportive,
giostre ed
altri spettacoli per quali necessiti spazio e gradinate per il
pubblico.
Costruita in pietra e cemnto armato accoglie un ampia pista ellittica in terra battuta e, al bisogno la struttura è dotata di un congegno elettronico che pavimenta il suolo con una lastra antiscivolo.
Dalla
sommità della collina guarda davanti a
sé, verso la città, il nobile,
distinto, memorabile, grande Anfiteatro, con gallerie illuminate grazie ai pannelli solari.
L'anfiteatro
sorge su di una lieve preminenza artificiale e le sue fondazioni sono
costituite da una platea in opera cementizia e antisisimica. I nostri Architetti, insieme a Geometri e altre Realtà operanti e pensanti hanno fatto un vero capolavoro durante la ricostruzione. ©
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Baia del Sole
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Si giunge
alla spettacolare Baia del Sole, zona al
confine nord orientale di AT7.0, percorrendo per circa 300 metri il Sentiero
della Baia a nord-est dal quartiere WHITEWOOD. Il suo fondo è irregolare, salite e discese si alternano zigzagando
prima tra i massi di un'antica frana poi inerpicandosi fino al piccolo ponte in
legno che attraversa un rivolo d'acqua le cui rive quasi si toccano. Dopo il
ponticello il sentiero si allarga fino a diventare una pista più agevole che
con una grande esse in mezzo ai prati riprende quota per poi tuffarsi nella Baia luogo
di scoperte ed incanto. La natura che muta incessantemente forma, seduce. Aspra e dolce allo stesso tempo con
le sue rocce rosse che s'accendono al tramonto, ammantata del verde che ricopre i pendii e si inerpica fino la sommità
delle alture tra le quali è incastonata, impreziosita da piante rarissime,
orchidee di estrema bellezza, primordiali felci verdi, papiri, e i fiori blu
dell’ipomea. Si scorgono grandi e bianchi gabbiani o piccoli e leggiadri
pettirossi. Ma ci vorrà uno sguardo attento tra i cespugli, nel silenzio dei
boschi, per vedere conigli e lepri cibarsi di ghiande e castagne mentre il volo
regale di una coppia di falchi potrebbe segnare l’aria. Non sottovalutiamo le grotte sotterranee dove vermi luminosi che
vivono sul soffitto di questi anfratti di calcare brillando, creano suggestivi
effetti riflettendosi nell'acqua. Il rumore della risacca al tramonto completa
tale bellezza e spinge ad indugiare, ma non dimentichiamo che tutto può accadere,
iniziare e finire .... ©
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METROPOLI
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Metropoli è il cuore della città, il più
popolato. Situato a est di AT7.0 fra la Strada dei Borghi e Via della Storia, sorgono le strade
interne strette, sinuose; vie e viuzze si snodano con curve anche a gomito,
presentando
angoli caratteristici che richiamano la storia, sboccando all'improvviso davanti ai panorami. Sono spesso fiancheggiate, a nord, da
portici
che formano la parte anteriore delle botteghe, riparano i banchi degli
artigiani e dei mercanti, che lavorano sovente all'aperto. Particolare cura si ha per
la pavimentazione
stradale, per cui
si adotta il
lastricato (grandi lastre di pietra) o il selciato (piccoli selci di
pietra
squadrati o ciottoli rotondi). La case hanno una caratteristica comune:
la sua
funzione. Essa spesso è una casa-bottega in cui vivono e lavorano il Maestro con
i suoi familiari e/o parenti, gli apprendisti,
gli operai. Sono case per
una sola
famiglia, affiancate, sviluppate anche in altezza, costruite
prevalentemente con pareti in cemento armato e adeguamenti antisismici. Le strutture più alte fanno loro da perimetro e si elevano intorno al borgo con maestosa ampiezza, sicurezza e comodità per centinaia di sopravvissuti e nuove genti. ©
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Campi - Agricolae
Lungo la via delle Merci, la Strada dei Campi rasenta per circa 500 metri
la parte occidentale della città. E’ la zona più pianeggiante di
AT7.0 dove si
stendono a vista d’occhio campi per il
pascolo o coltivati. E’
larga 2 metri e
mezzo e il fondo in
terra battuta è ben
tenuto per rendere agevole raggiungere la cittadina. Il primo edificio che si incontra è la serra naturale della città. ©
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Fiume Eterno
Un
altro dei posti suggestivi per bellezza e ricchezza
di lussureggiante vegetazione si trova a sud del Territorio, lungo la Via degli Spettri, lo scorrere
del fiume Eterno. Per avvicinarsi alle sue sponde ci sono infinite
possibilità con tutti i sentieri aperti, alcuni stretti
e tortuosi che attraversano in discesa lungo il perimetro della cittadina a sud-ovest. Le sue
acque limpide e fredde creano
giochi di
colori suggestivi e spesso irreali. Nel
suo percorso verso il mare delimita un confine fittizio del
territorio.
Si insinua nelle
grotte scavate dallo
stillicidio delle acque come una guida rumorosa, celandosi quel tanto
che basta
per far sentire il silenzio, per poi ritornare ad esibirsi con tutta la
sua
potenza e precipitando con fragorose cascate offre spettacoli splendidi
ed
inquietanti ai visitatori occasionali... ma non a coloro che in quei
luoghi
trovano riparo.
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Città dei Morti
A
sud-ovest di AT7.0, attraversando il Ponte dell'alleanza, si arriva alla Città dei Morti. Una città ove ci si ostina a cercare coloro che riposano,
giacciono e aspettano visitatori confusi dalle maschere addolorate. I fiori
appassiscono innanzi a lapidi tristi e gelide mentre grosse lacrime scivolano sui volti, rigano le gote cadendo
sulla terra che vela pietosa le ultime speranze. Amori ripiegati su loro stessi
come animali feriti, mani affondate nell'erba, spalle scosse da tremuli singhiozzi.
Qui dolori dignitosi, odi consumati e tiepidi affetti vivono il loro attimo
trovando sollievo e illudendosi di onorare i morti che blandiscono, sfiorano, osservano,
innocui ... a volte...©
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Foresta
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Dalla
Via del Teatro spingendovi a nord verso la Strada Montana percorrendo innumerevoli metri di terreno anche incolto, ghiaioso e sassoso con ripide salite, pochi tratti
pianeggianti e
insidiose pendenze e qualche radura, arriviamo e forse attraversiamo la Foresta di AT7.0. I grovigli dei rami
formano giochi di luce che evocano un immaginario tanto affascinante
quanto
misterioso ed inquietante. Questi alberi hanno
la volta generalmente
a circa 20-40 metri di altezza e al di sotto di questa si trova uno
strato di
arbusti e alberelli a circa 5-10 metri. Dove la luce arriva al suolo le
specie
che ci vivono crescono,
fioriscono e fruttificano.
Successivamente, iniziano a crescere le piante sciafile che prediligono
l’ombra. Esse possiedono meccanismi estremamente efficienti
per la cattura e
l’impiego della luce a bassa intensità e sono
capaci di sopravvivere anche
quando la volta degli alberi copre totalmente il terreno sottostante.
Gli
alberi principali di questo bioma sono: faggi, aceri, querce, pioppi,
noci,
tigli, castagni, betulle e olmi. Ma non tutto è logico
quindi se ci spingeremo
ad esplorare la Foresta non chiediamoci perché in alcuni
luoghi il sottobosco
sia spoglio per la scarsa insolazione o per i massi granitici di
ogni
forma e dimensione. Non chiediamoci dove tramonti il sole. Non chiediamoci perché tra lupi, orsi, linci, volpi cervi e cinghiali vedremo
animali mai visti. Lo spettacolo sarà unico e
indimenticabile e gli alberi
millenari dai poteri misteriosi conoscono storie meravigliose e sanno
raccontarle agli uomini. Ma non chiediamoci perché troppo spesso,
pochi comprenderebbero.
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Giardini e Parco
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A Ovest, la strada che costeggia Via della Storia, è il Sentiero al Parco
Da
questa via un sentiero lastricato di ardesia conduce ad uno dei luoghi
più affascinanti
del nostro territorio: ”I Giardini”. I
nostri occhi saranno rapiti dalla visione di un parco stupendo dove
potremo
godere il fresco all’ombra di faggi, platani e salici
piangenti. In inverno i
colori del parco sono dominati dal bianco della coltre nevosa in
contrasto con
il verde delle maestose conifere, gli abeti rossi e gli abeti
orientali. In
primavera, si apprezzano le fioriture stagionali, le vaste aiuole con
tulipani,
lillà e cespugli di rose multicolori fra le quali spicca
quella tea dai
delicatissimi colori sfumati. All'ingresso del Parco posiziona un gazebo in pietra bianca
sostenuta da colonne in stile Corinzio, attorno alle quali crescono
rampicanti
di buganvillea di vari colori. Al suo interno c’è
una panchina e, poco
lontano, sotto un pergolato di lillà,
una fontana sempre anch'essi in pietra. In un piccolo
laghetto vivono una
coppia di cigni bianchi e una famigliola di anatre. Si
scoprono, passo dopo passo, aiuole curate, spazi dedicati all'infanzia con giochi e giostre e...angoli sfuggiti all'immaginazione...©
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Pronto Soccorso
Il Pronto Soccorso è una costruzione lungo la via Curva, a pianta
rettangolare disposta su due piani più
un sotterraneo. E' il primo edificio bianco lungo Via delle Merci. Il pianterreno è abilitato al primo soccorso. Le mense e le camere per
la degenza sono al piano superiore. Ogni
camera, per permettere la necessaria
ventilazione, è provvista di una larga finestra. La disinfezione e la pulizia degli
ambienti viene effettuata in maniera rapida e agevole quotidianamente da personale remunerato dal Governo che fornisce ogni mezzo e disponibilità temporale. Non manca uno
studio veterinario con gli appositi recinti per gli animali alle spalle del loco e tutti i servizi di cui abbisogna questo complesso in
parte autonomo. Nella parte occidentale
dell’edificio, c’è un discreto
cimitero e un pezzo di terreno adibito alla coltivazione di erbe
medicamentose. Gli alberi
lo circondano e una fontana rettangolare, davanti al posto di guardia, dona
sollievo a chi giunge, passa, o soggiorna.
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Isola dei Beati
Siete
giunti dal Cammino di Nessuno e ora in questa terra possiamo vagare. Se dopo il Luogo Sacro
procediamo verso nord-est siamo certi sobbalzeremo per poi fermarci. Lo sguardo
diviene fisso, le pupille si allargano invase dai colori dell’Isola dei Beati e
scorgerete, senza ben distinguere alcuna fisionomia delineata... dista dalla terra ferma poche decine di metri raggiungibili con un'imbarcazione... L’incedere rallenta sotto quel cielo che passo dopo passo si
tinge di porpora. ©
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Porticciolo
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A nord-est dei quartieri, seguendo la Strada al
Porto da sud si giunge in questo luogo dove la
costa declina dolcemente ricoperta da sabbia sottile descrivendo un'ampia
curva. In questo specchio d'acqua, protetto da vento e mareggiate, si sviluppa
il porticciolo di AT7.0. Le strade dei due attracchi terminano in ampi piazzali semicircolare, delimitato a sud da sempreverdi e a nord, verso il mare, da un
parapetto in legno. Questo spazio che ha un dislivello di circa 30 metri s.l.m.
è ideale per osservare il porto sottostante. Nella zona del molo, lungo 900
metri, esistono due pontili per la costruzione e il rassettamento delle navi, attorno a questi si stende un conglomerato di abitazioni, in gran parte di
legno, occupate da maestri d'ascia, marinai, bottai, fabbricanti di ancore, di
remi, fonditori, fabbri, velai e anche disegnatori di carte da navigare, un
piccolo mondo la cui esistenza è legata al mare. Barche di pescatori, navi per
il trasporto delle merci e le navi da combattimento della flotta del territorio
solcano incessanti queste acque e prendono vita dalle mani esperte. Essenzialmente a vela,
usano i remi solo per entrare nei porti o in caso di emergenza. Luogo ove
godere del mare che si frange sul molo, ascoltare lo sciacquio delle onde, respirare la brezza marina, grida di marinai,
litigi, giochi, lavoro … finché il fato non decida altrimenti.
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Piazza dei Mercanti
La Piazza
dei Mercanti vive il suo quotidiano nel cuore dello spazio
abitativo a nord-est di WHITEWOOD. I ciottoli
che pavimentano la Via delle Merci, lunga un paio di chilometri e larga 2, terminano proprio in questi pressi. I colori delle bancarelle confondono
lo sguardo che si perde in questo luogo dove la gente s’incontra anche senza
nulla acquistare. Numerosi antiquari e collezionisti si ritrovano per esporre mobili,
dall'arte povera all'antico, argenterie della migliore qualità, icone,
ceramiche, stampe, antichi tappeti, marmi, cristalli, gioielli, libri, giochi, tecnologia.... Non mancano prodotti
naturali sia alimentari che curativi ed un variegato artigianato artistico che
spazia dalle minuterie a vere e proprie opere d'arte. Le donne chiacchierano ammirando
stoffe e gioielli, i figli giocano fra le bancarelle e gli uomini scelgono
attrezzi per il lavoro e oggetti vari. Diversi interessi, ma comune
la ricerca di pezzi insoliti e rari in mezzo a oggetti che sono in bella vista sui banchi espositivi <mezzi di trasporto colmi di merci,
separati fra loro dalle scorte riposte in larghi contenitori, sono
disposti ben ordinati lungo tutto lo spazio dedicato. La mente spazia fra i colori, i profumi e il vocìo
degli astanti …. commercianti e compratori vivono il loro giorno.
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Querceto
La
strada
del Querceto, lunga 70 metri e larga 2 dal fondo sterrato ed
intervallato da avvallamenti congiunge
la strada dei Borghi con le zone limitrofe a ovest verso il "Laboratorio". Attraversa un piccolo boschetto dove si erge
una secolare quercia che dai suoi 40 metri domina le altre che la
circondano
mettendo la cima obliqua e azzardano altre linee per imitare tale
maestosa
bellezza. Il fitto dei rami apre qualche via ai raggi di luce che
cadono,
contati, affievoliti, intimiditi sulla terra ove i tronchi paiono
prescindere
dalle regole ma dove niente sorge
senza
il loro benestare. Solo
contro il fulmine nulla può l’uomo che questo
angolo protegge e ama, a lui il
bosco sacrifica un albero sul cui tronco bruciato s’impianta
il fungo della
reminiscenza scuro
di dolore. Saremo
accolti e le
imponenti piante ci parleranno ricche
della loro longevità e potremo ascoltare forse molto, a
volte poco, spesso
niente. Taciamo, dimentichiamo i miseri affanni, cerchiamo anche qui la nostra pace che accompagna il canto della natura tutta. ©
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Valle del Silenzio
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Quando, al termine della Via Oscura, ci
troveremo sul sentiero che attraversa la Città Fantasma spoglia e desolata, lo
sguardo vagando si alzerà e resterà imprigionato tra le alte cime dei monti che
circoscrivono il settentrione. Chi, dai passi ambiziosi, non desidererà udire
che fiato e respiro, lasciandosi alle spalle le Antiche Rovine di Banshee, tra
i sassi aguzzi del sentiero, potrà raggiungere il cuore di quei monti. La Valle
del Silenzio si aprirà come una ferita rugosa ove sarà impossibile perdere lo
sguardo su declivi quasi piacevoli. Solo grotte, pericolosi ghiaioni ai quali sassi ribelli
sfuggono e cercano una fine cancellando gli umani ricordi, il rassicurante quotidiano.
Continueremo nel nostro cammino incapaci di comprendere che non c’è meta da
raggiungere, niente da scoprire quando l’animo non prova dolore, non agogna
passione, non cerca piacere. Il balenio della luce non illuminerà che involucri
vuoti in balia del destino che guarderà i tagli delle nostre pene e deciderà se
il sangue dovrà tornare a scorrere in noi o … fuori di noi...
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Terrazza sul Laghetto
Se
decideremo di percorrere
il Sentiero al Lago, verso ovest, il
cui ultimo tratto sale a gradini larghi e
profondi, giungeremo alla Terrazza dalla quale è possibile
ammirare il panorama
del lago
sottostante. Lungo
le sponde e all'interno, la vegetazione cresce
affatto intaccata dalla presenza umana. Circondano la terrazza
rampicanti di
vario tipo che allietano la vista e l’olfatto con fioriture
dai molteplici
colori. Sulle pendici della
collina, dalla terrazza fin sulla sponda, si alternano salici, pioppi, ontani e sempreverdi che,
inizialmente curati
dall’uomo, sono poi cresciuti spontaneamente. Nella parte più interna,
quella lambita dalle acque tranquille ma
limpide vivono piante galleggianti tra le quali ninfee e piante
completamente
emerse come le canne e gli equiseti. In
primavera queste zone più umide
prosperano di iris, menta acquatica e trifoglio. Un
acciottolato pavimenta la parte centrale di questo luogo e, al centro,
pietre
bianche che si incrociano con una corona nella
parte
superiore. Dove la terrazza è più larga un
parapetto in
ferro battuto
incornicia ed impreziosisce questo magnifico angolo del territorio. E'
il luogo abituale dove gli abitanti di AT7.0 sostano godendo del
panorama
o intrattenendosi in piacevole compagnia. E'
quieto, ameno e
rassicurante ma si narra che in alcune notti quando soffici nubi ammantano la luna
questa scenda nelle acque del lago
lasciando il buio regnare unico sovrano libero di avvolgere chi si
trovi nel
luogo. ©
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Teatro dell'Arte
Alla
nuova sala teatrale, nel cuore di POLIS ART, si accede attraverso un atrio d'ingresso sul quale
si affacciano la biglietteria (con annessi un ripostiglio e un guardaroba)
e due servizi igienici dotati di antibagno comune. Qualche scalino laterale
immettono alla platea, ai lati della quale si notano i palchetti il cui
accesso è facilitato da un corridoio. All'estremità opposta
degli accessi alla sala si trova il palcoscenico, di superficie pari a
circa 55 mq, caratterizzato da una profondità massima di circa
6 metri, ai lati del quale sono ubicate le uscite di sicurezza.
Mille
metri di rosso, tra velluto ed altri tessuti sono serviti per vestire
il Teatro
Per
la realizzazione dell'opera sono stati impiegati tre tipi di tessuto,
tutti rigorosamente ignifughi: un meraviglioso velluto di forte grammatura,
soffice e dal riflesso rubino; un damasco di colore simile, fatto produrre
appositamente, con un disegno classico, recante numerosi richiami floreali,
che egregiamente si lega allo stile della struttura ed un raso con funzione
di fodera, col quale sono state rivestiti tutti i tendaggi, le arlecchine,
e le altre decorazioni tessili. Le frange, poi, sono state tutte applicate
a mano, secondo tecnica tradizionale, in linea con quanto prescritto dalle
regole dell'artigianato artistico, in un armonioso equilibrio di tradizione
e produzione innovativa.
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© Free Project. All Rights Reserved. |
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