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Conoscere AT7.0 - Mappe del territorio - Strade e vicoli - Zone

 

- Mappa - Metamorfosi

 
 

- Mappa - AT7.0

 
 

 
Le vie della città
 
1
Via della Storia 14 Sentiero al Lago
2
Cammino del Giudice 15 Via del Messaggio
3
Strada dei Bivi 16 Via dei Pini
4
Contrada delle Leggi 17 Cammino al Ponte
5
Strada ai Borghi 18 Sentiero della Baia
6
Contrada Fontanella 19 Strada Curva
7
Sentiero al Parco 20 Sentiero alla Foresta
8
Strada al Porto 21 Viale del Querceto
9
Via delle Merci 22 Sentiero degli Spettri
10
Viale del Teatro 23 Strada Montana
11
Cammino della Rosa    
12
Strada dei Campi    
13
Via del Cammino    
 

Città Fantasma

Scendendo lungo le valli da nord si raggiunge la Strada al lago e al centro di queste colline intersecate, si palesano gli scheletri di antichi edifici rimasti in piedi, quasi a ricordarci che vogliono rimanere a far parte del panorama storico. Nei pressi di uno di questi, a pochi metri dal ciglio stradale in terra battuta al centro del quale v'è un sentiero in pietra, staziona il "Boccale del Corvo" all'interno di una struttura messa in sicurezza antisismica e arredata per intero in legno. La zona isolata e silenziosa riesce, a volte, a rinnovare gli spiriti anche se, narra la leggenda, che ve ne abitano a bizzeffe nella vecchia necropoli, a ovest, che confina con il Borgo dei vecchi minatori. ©

Antiche Rovine di Banshee

Nella Città Fantasma dal Borgo dei Vecchi Minatori all'estremo nord-ovest, tornando verso la città seguendo i sentieri più a nord ove le colline vanno a congiungersi con vette più aspre, attraversiamo le Antiche Rovine di Banshee, resti di costruzioni ricoperte ormai da una fitta vegetazione. Anfratti, cunicoli e grotte offrono nascondiglio ad ogni tipo di esseri. La leggenda narra infatti che queste antiche rovine diano riparo a creature fantastiche che, se saremo fortunati, potremmo vedere danzare  al chiaro di luna rincorrendo le loro note, ma ciò che non è visibile all’occhio umano...almeno, non per tutti. Solo il tempo ci racconterà se avremo questo spettaccolare privilegio o vivremo soltanto come personaggi di una leggenda … ©

   

Boccale del Corvo

Isolato a nord della città c'è un luogo ideale dove   assaporare i sapori e i gusti locali oltre a respirare l'aria speciale di questi luoghi quasi dimenticati e collinari. Sarete accolti in un ambiente pulito e rustico, arredato con tavoli in legno recuperato e mobili intarsiati con disegni di vita. Un camino accoglie a est gli avventori, mentre poste vicino ad ogni angolo, piante verdi arricchiscono l'ambiente. Inoltre troviamo fregi in legno appesi alle mura della locanda, essi riportano immagini di quotidianità. Un Astore scolpito in legno posiziona immobile all'entrata. Le pareti maggiori sono contornate da stucchi finti e dipinti con motivi astratti.  Uscendo abbiate solo l’accortezza di non spingervi troppo a nord e in particolare cercate di evitare il cammino di notte. Lo riporta anche un cartello degli Esploratori, all'uscita del luogo ©

 

Borgo Vecchi Minatori

Nella Città Fantasma a nord di AT7.0, se la curiosità non vi spinge in luoghi più ameni, dal "Boccale del Corvo" o dallo "scheletro" della Città fantasma, (luoghi che si incontrano lungo la strada attraversando la Strada al lago) ,  seguendo un angusto e ripido sentiero verso nord,  troviamo  un vecchio borgo di minatori. Una serie di catapecchie e casupole in pietra dove si presume ci fossero i minatori nel periodo del boom dello sfruttamento dei giacimenti... molti decenni fa. Il sentiero ciottolato e polveroso allargandosi divide in due il piccolo borgo oramai abbandonato. Sul lato ovest del borgo si trovano le tre costruzioni che fanno da ingresso a tre cunicoli principali delle miniere, si notano anche i meccanismi a carrucola e gli ingranaggi oramai in disuso e arrugginiti che servivano un tempo a calare e sollevare uomini e materiale di scavo. Questa è l’apparenza della superficie, sotto, in realtà, tutti i cunicoli della miniera sono stati ristrutturati con opere in muratura onde trasformare le vaste aule e sotterranee di scavo nell’attuale rifugio fortezza degli uomini dell’X e di tutta la Loro Leggenda di Mutanti. Nessuno conosce la disposizione attuale e la mappa della presunta fortezza compresa di trappole protettive per chi cercasse di penetrarvi senza permesso, nessuno, tranne la Collettività e il Mutante X in persona che pare abitano il luogo. ©

   

Rosa Scarlatta

Siamo nel cuore del territorio. Se dopo una lunga passeggiata tra le bellezze architettoniche della città, il vostro palato vi chiede di assaporare i sapori e i gusti locali recatevi presso la Rosa Scarlatta.
Sarete accolti in un ambiente gentile e raffinato, arredato con tavoli in legno di quercia e mobili intarsiati ad arte. Un camino accoglie a est gli avventori, tavoli e sedie in stile precedono l'ampio spazio dedicato al ristoro, abbellito anche da bellissime piante verdi che fanno da contorno al luogo arricchendone l'ambiente, insieme a fregi in legno appesi alle mura della locanda, motivi floreali, grifoni, sagittari e coppie di pesci.
Luogo davvero accogliente e caldo.
Il luogo di ritrovo degli abitanti di 7.0
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Piazzetta della Fontanella

La Piazzetta della Fontanella, situata di fronte la Rosa Scarlatta, il cui ingresso si raggiunge con il cammino omonimo, una strada larga 2 metri e lunga oltre 100. Ha il fondo lastricato con materiali di recupero pregiati ma la disposizione a semicerchi alternati per tutta la sua lunghezza la caratterizza distinguendola da tutte le altre vie. La Piazzetta, abituale luogo di ritrovo , è connubio di romanico e barocco. Nella Fontana, al centro, scultura e architettura dei mastri aeterniani, si compenetrano e si fondono in un suggestivo spettacolo acquatico. Una celebre tradizione vuole che sia di buon auspicio bagnarsi con quell'acqua. Nella piazza i distratti passi dei viandanti, il solenne incedere delle guardie, le giocose grida dei bimbi si accompagnano al cadenzato gocciolare dell'acqua che scorre ininterrottamente riempiendone la vasca.  La Piazza è quadrangolare, ogni lato misura circa 25 metri, in quello a sud due colonne in marmo con abbellimenti in stile corinzio sorreggono uno spazioso balcone abbellito da rose rampicanti ed edera all'ombra di alberi secolari. A nord un'ampia parete accoglie l'arte dei cittadini che si dilettano ai murales. ©

   

Anfiteatro

Arena Massima

L'Arena delle Giostre, al confine nord-est della città, è raggiungibile da sud percorrendo Viale del Teatro. In questo luogo si svolgono rappresentazioni, gare sportive, giostre ed altri spettacoli per quali necessiti spazio e gradinate per il pubblico. Costruita in pietra e cemnto armato accoglie un ampia pista ellittica in terra battuta e, al bisogno la struttura è dotata di un congegno elettronico che pavimenta il suolo con una lastra antiscivolo. Dalla sommità della collina guarda davanti a sé, verso la città, il nobile, distinto, memorabile, grande Anfiteatro, con gallerie illuminate grazie ai pannelli solari. L'anfiteatro sorge su di una lieve preminenza artificiale e le sue fondazioni sono costituite da una platea in opera cementizia e antisisimica. I nostri Architetti, insieme a Geometri e altre Realtà operanti e pensanti hanno fatto un vero capolavoro durante la ricostruzione. ©

Baia del Sole

Si giunge alla spettacolare Baia del Sole, zona  al confine  nord orientale di AT7.0,  percorrendo per circa 300 metri il Sentiero della Baia a nord-est dal quartiere WHITEWOOD. Il suo fondo è irregolare, salite e discese si alternano zigzagando prima tra i massi di un'antica frana poi inerpicandosi fino al piccolo ponte in legno che attraversa un rivolo d'acqua le cui rive quasi si toccano. Dopo il ponticello il sentiero si allarga fino a diventare una pista più agevole che con una grande esse in mezzo ai prati riprende quota per poi tuffarsi nella Baia luogo di scoperte ed incanto. La natura che muta incessantemente forma,  seduce. Aspra e dolce allo stesso tempo con le sue rocce rosse che s'accendono al tramonto,  ammantata del verde che ricopre i pendii e si inerpica fino la sommità delle alture tra le quali è incastonata, impreziosita da piante rarissime, orchidee di estrema bellezza, primordiali felci verdi, papiri, e i fiori blu dell’ipomea. Si scorgono grandi e bianchi gabbiani o piccoli e leggiadri pettirossi. Ma ci vorrà uno sguardo attento tra i cespugli, nel silenzio dei boschi, per vedere conigli e lepri cibarsi di ghiande e castagne mentre il volo regale di una coppia di falchi potrebbe segnare l’aria. Non sottovalutiamo le grotte sotterranee dove vermi luminosi che vivono sul soffitto di questi anfratti di calcare brillando, creano suggestivi effetti riflettendosi nell'acqua. Il rumore della risacca al tramonto completa tale bellezza e spinge ad indugiare, ma non dimentichiamo che tutto può accadere, iniziare e finire .... ©

   

METROPOLI

Metropoli è il cuore della città, il più popolato. Situato a est di AT7.0 fra la Strada dei Borghi e Via della Storia, sorgono le strade interne strette, sinuose; vie e viuzze si snodano con curve anche a gomito, presentando angoli caratteristici che richiamano la storia, sboccando all'improvviso davanti ai panorami. Sono spesso fiancheggiate, a nord, da portici che formano la parte anteriore delle botteghe, riparano i banchi degli artigiani e dei mercanti, che lavorano sovente all'aperto.  Particolare cura si ha per la pavimentazione stradale, per cui si adotta il lastricato (grandi lastre di pietra) o il selciato (piccoli selci di pietra squadrati o ciottoli rotondi). La case hanno una caratteristica comune: la sua funzione. Essa spesso è una casa-bottega  in cui vivono e lavorano il Maestro con i suoi familiari e/o parenti, gli apprendisti, gli operai. Sono case per una sola famiglia, affiancate, sviluppate anche in altezza, costruite prevalentemente con pareti in cemento armato e adeguamenti antisismici. Le strutture più alte fanno loro da perimetro e si elevano intorno al borgo con maestosa ampiezza, sicurezza e comodità per centinaia di sopravvissuti e nuove genti. ©

Campi - Agricolae

Lungo la via delle Merci, la Strada dei Campi rasenta per circa 500 metri la parte occidentale della città. E’ la zona più pianeggiante di AT7.0 dove  si stendono a vista d’occhio campi per il pascolo o coltivati.  E’ larga 2 metri e mezzo e il fondo  in terra battuta è ben tenuto per rendere agevole raggiungere la cittadina. Il primo edificio che si incontra è la serra naturale della città. ©

   

Fiume Eterno

Un altro dei posti suggestivi per bellezza e ricchezza di lussureggiante vegetazione si trova a sud del Territorio, lungo la Via degli Spettri, lo scorrere del fiume Eterno. Per avvicinarsi alle sue sponde ci sono infinite possibilità con tutti i sentieri aperti, alcuni stretti e tortuosi che attraversano in discesa lungo il perimetro della cittadina a sud-ovest. Le sue acque limpide e fredde  creano giochi di colori suggestivi e spesso irreali.  Nel suo percorso verso il mare delimita un confine fittizio del territorio. Si  insinua nelle grotte scavate dallo stillicidio delle acque come una guida rumorosa, celandosi quel tanto che basta per far sentire il silenzio, per poi ritornare ad esibirsi con tutta la sua potenza e precipitando con fragorose cascate offre spettacoli splendidi ed inquietanti ai visitatori occasionali... ma non a coloro che in quei luoghi trovano riparo. ©

Città dei Morti

A sud-ovest di AT7.0, attraversando il Ponte dell'alleanza, si arriva alla Città dei Morti. Una città ove ci si  ostina a cercare coloro che  riposano, giacciono e aspettano visitatori confusi dalle maschere addolorate. I fiori appassiscono innanzi a lapidi tristi e gelide mentre grosse lacrime scivolano sui volti, rigano le gote cadendo sulla terra che vela pietosa le ultime speranze. Amori ripiegati su loro stessi come animali feriti, mani affondate nell'erba, spalle scosse da tremuli singhiozzi. Qui dolori dignitosi, odi consumati e tiepidi affetti vivono il loro attimo trovando sollievo e illudendosi di onorare i morti che blandiscono, sfiorano, osservano,  innocui ... a volte...©

   

Foresta

Dalla Via del Teatro spingendovi a nord verso la Strada Montana percorrendo innumerevoli metri di terreno anche incolto, ghiaioso e sassoso con ripide salite, pochi tratti pianeggianti e insidiose pendenze e qualche radura, arriviamo e forse attraversiamo la Foresta di AT7.0. I grovigli dei rami formano giochi di luce che evocano un immaginario tanto affascinante quanto misterioso ed inquietante. Questi alberi hanno la volta generalmente a circa 20-40 metri di altezza e al di sotto di questa si trova uno strato di arbusti e alberelli a circa 5-10 metri. Dove la luce arriva al suolo le specie che ci vivono  crescono, fioriscono e fruttificano. Successivamente, iniziano a crescere le piante sciafile che prediligono l’ombra. Esse possiedono meccanismi estremamente efficienti per la cattura e l’impiego della luce a bassa intensità e sono capaci di sopravvivere anche quando la volta degli alberi copre totalmente il terreno sottostante. Gli alberi principali di questo bioma sono: faggi, aceri, querce, pioppi, noci, tigli, castagni, betulle e olmi. Ma non tutto è logico quindi se ci spingeremo ad esplorare la Foresta non chiediamoci perché in alcuni luoghi il sottobosco sia spoglio per la scarsa insolazione o per i massi granitici di ogni forma e dimensione. Non chiediamoci dove tramonti il sole. Non chiediamoci  perché tra lupi, orsi, linci, volpi cervi e cinghiali vedremo animali mai visti. Lo spettacolo sarà unico e indimenticabile e gli alberi millenari dai poteri misteriosi conoscono storie meravigliose e sanno raccontarle agli uomini. Ma non chiediamoci perché troppo spesso, pochi comprenderebbero. ©

Giardini e Parco

A Ovest, la strada che costeggia Via della Storia, è il Sentiero al Parco Da questa via un sentiero lastricato di ardesia conduce ad uno dei luoghi più affascinanti del nostro territorio: ”I Giardini”. I nostri occhi saranno rapiti dalla visione di un parco stupendo dove potremo godere il fresco all’ombra di faggi, platani e salici piangenti. In inverno i colori del parco sono dominati dal bianco della coltre nevosa in contrasto con il verde delle maestose conifere, gli abeti rossi e gli abeti orientali. In primavera, si apprezzano le fioriture stagionali, le vaste aiuole con tulipani, lillà e cespugli di rose multicolori fra le quali spicca quella tea dai delicatissimi colori sfumati. All'ingresso del Parco posiziona un gazebo in pietra bianca sostenuta da colonne in stile Corinzio, attorno alle quali crescono rampicanti di buganvillea di vari colori. Al suo interno c’è una panchina e,  poco lontano, sotto un pergolato di lillà, una fontana sempre anch'essi in pietra. In un piccolo laghetto  vivono una coppia di cigni bianchi e una famigliola di anatre. Si scoprono, passo dopo passo, aiuole curate, spazi dedicati all'infanzia con giochi e giostre e...angoli sfuggiti all'immaginazione...©

   

Pronto Soccorso

Il Pronto Soccorso è una costruzione lungo la via Curva, a pianta rettangolare  disposta su due piani più un sotterraneo. E' il primo edificio bianco lungo Via delle Merci. Il pianterreno è abilitato al primo soccorso. Le mense e le camere per la degenza  sono al piano superiore. Ogni camera,  per permettere la necessaria ventilazione, è provvista di una larga finestra. La disinfezione e la pulizia degli ambienti viene effettuata in maniera rapida e agevole quotidianamente da personale remunerato dal Governo che fornisce ogni mezzo e disponibilità temporale. Non manca uno studio veterinario con gli appositi recinti per gli animali alle spalle del loco e tutti  i servizi di cui abbisogna questo complesso in parte autonomo.  Nella parte occidentale dell’edificio, c’è  un discreto cimitero e un pezzo di terreno adibito alla coltivazione di erbe medicamentose. Gli alberi lo circondano e una fontana rettangolare, davanti al posto di guardia, dona sollievo a chi giunge, passa, o soggiorna. ©

Isola dei Beati

Siete giunti dal Cammino di Nessuno e ora in questa terra possiamo vagare. Se dopo il Luogo Sacro procediamo verso nord-est siamo certi sobbalzeremo per poi fermarci. Lo sguardo diviene fisso, le pupille si allargano invase dai colori dell’Isola dei Beati e scorgerete, senza ben distinguere alcuna fisionomia delineata... dista dalla terra ferma poche decine di metri raggiungibili con un'imbarcazione... L’incedere rallenta sotto quel cielo che passo dopo passo si tinge di porpora. ©

   

Porticciolo

A nord-est dei quartieri, seguendo la Strada al Porto da sud si giunge in questo luogo dove la costa declina dolcemente ricoperta da sabbia sottile descrivendo un'ampia curva. In questo specchio d'acqua, protetto da vento e mareggiate, si sviluppa il porticciolo di AT7.0. Le strade dei due attracchi terminano in ampi piazzali semicircolare, delimitato a sud da sempreverdi e a nord, verso il mare, da un parapetto in legno. Questo spazio che ha un dislivello di circa 30 metri s.l.m. è ideale per osservare il porto sottostante. Nella zona del molo, lungo 900 metri, esistono due pontili per la costruzione e il rassettamento delle navi, attorno a questi si stende un conglomerato di abitazioni, in gran parte di legno, occupate da maestri d'ascia, marinai, bottai, fabbricanti di ancore, di remi, fonditori, fabbri, velai e anche disegnatori di carte da navigare, un piccolo mondo la cui esistenza è legata al mare. Barche di pescatori, navi per il trasporto delle merci e le navi da combattimento della flotta del territorio solcano incessanti queste acque e prendono vita dalle mani esperte. Essenzialmente a vela, usano i remi solo per entrare nei porti o in caso di emergenza. Luogo ove godere del mare che si frange sul molo, ascoltare lo sciacquio delle onde, respirare la brezza marina,  grida di marinai,  litigi,  giochi,  lavoro … finché il fato non decida altrimenti.

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Piazza dei Mercanti

La Piazza dei Mercanti vive il suo quotidiano nel cuore dello spazio abitativo a nord-est di WHITEWOOD.  I ciottoli che pavimentano la Via delle Merci, lunga un paio di chilometri e larga 2, terminano proprio in questi pressi. I colori delle bancarelle confondono lo sguardo che si perde in questo luogo dove la gente s’incontra anche senza nulla acquistare. Numerosi antiquari e collezionisti si ritrovano per esporre mobili, dall'arte povera all'antico, argenterie della migliore qualità, icone, ceramiche, stampe, antichi tappeti, marmi, cristalli, gioielli, libri, giochi, tecnologia.... Non mancano prodotti naturali sia alimentari che curativi ed un variegato artigianato artistico che spazia dalle minuterie a vere e proprie opere d'arte. Le donne chiacchierano ammirando stoffe e gioielli, i figli giocano fra le bancarelle e gli uomini scelgono attrezzi per il lavoro e oggetti vari. Diversi interessi, ma comune la ricerca  di pezzi insoliti e rari in mezzo a oggetti che sono in bella vista sui banchi espositivi <mezzi di trasporto colmi di merci, separati fra loro dalle scorte riposte in larghi contenitori, sono disposti ben ordinati lungo tutto lo spazio dedicato. La mente spazia fra i colori, i profumi e il vocìo degli astanti …. commercianti e compratori vivono il loro giorno.

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Querceto

La strada del Querceto, lunga 70 metri e larga 2 dal fondo sterrato ed intervallato da avvallamenti congiunge la strada dei Borghi con le zone limitrofe a ovest verso il "Laboratorio". Attraversa un   piccolo boschetto dove si erge una secolare quercia che dai suoi 40 metri domina le altre che la circondano mettendo la cima obliqua e azzardano altre linee per imitare tale maestosa bellezza. Il fitto dei rami apre qualche via ai raggi di luce che cadono, contati, affievoliti, intimiditi sulla terra ove i tronchi paiono prescindere dalle regole ma dove niente  sorge senza il loro benestare. Solo contro il fulmine nulla può l’uomo che questo angolo protegge e ama, a lui il bosco sacrifica un albero sul cui tronco bruciato s’impianta il fungo della reminiscenza  scuro di dolore.  Saremo accolti  e le imponenti piante ci parleranno ricche della loro longevità e potremo ascoltare forse molto, a volte poco, spesso niente. Taciamo, dimentichiamo i miseri affanni, cerchiamo anche qui la nostra pace che accompagna il canto della natura tutta. ©

Valle del Silenzio

Quando, al termine della Via Oscura, ci troveremo sul sentiero che attraversa la Città Fantasma spoglia e desolata, lo sguardo vagando si alzerà e resterà imprigionato tra le alte cime dei monti che circoscrivono il settentrione. Chi, dai passi ambiziosi, non desidererà udire che fiato e respiro, lasciandosi alle spalle le Antiche Rovine di Banshee, tra i sassi aguzzi del sentiero, potrà raggiungere il cuore di quei monti. La Valle del Silenzio si aprirà come una ferita rugosa ove sarà impossibile perdere lo sguardo su declivi quasi piacevoli. Solo grotte,  pericolosi ghiaioni ai quali sassi ribelli sfuggono e cercano una fine cancellando gli umani ricordi, il rassicurante quotidiano. Continueremo nel nostro cammino incapaci di comprendere che non c’è meta da raggiungere, niente da scoprire quando l’animo non prova dolore, non agogna passione, non cerca piacere. Il balenio della luce non illuminerà che involucri vuoti in balia del destino che guarderà i tagli delle nostre pene e deciderà se il sangue dovrà tornare a scorrere in noi o … fuori di noi...

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Terrazza sul Laghetto

Se decideremo di percorrere il Sentiero al Lago, verso ovest,  il cui ultimo tratto sale a gradini larghi e profondi, giungeremo alla Terrazza dalla quale è possibile ammirare il panorama del  lago sottostante. Lungo le sponde e all'interno, la vegetazione cresce affatto intaccata dalla presenza umana. Circondano la terrazza rampicanti di vario tipo che allietano la vista e l’olfatto con fioriture dai  molteplici colori. Sulle pendici della collina, dalla terrazza fin sulla sponda, si alternano salici, pioppi,  ontani e sempreverdi che, inizialmente curati dall’uomo, sono poi cresciuti spontaneamente.  Nella parte più interna, quella lambita dalle acque tranquille ma limpide vivono piante galleggianti tra le quali ninfee e piante completamente emerse come le canne e gli equiseti.  In primavera queste zone più umide prosperano di iris, menta acquatica e trifoglio. Un acciottolato pavimenta la parte centrale di questo luogo e, al centro, pietre bianche che si incrociano con una corona nella parte superiore. Dove la terrazza è più larga un parapetto in ferro battuto incornicia ed impreziosisce questo magnifico angolo del territorio. E' il luogo abituale dove gli abitanti di AT7.0 sostano godendo del panorama o intrattenendosi in piacevole compagnia. E' quieto, ameno e rassicurante ma si narra che in alcune notti  quando soffici nubi ammantano la luna questa scenda nelle acque del lago lasciando il buio regnare unico sovrano libero di avvolgere chi si trovi nel luogo. ©

Teatro dell'Arte

Alla nuova sala teatrale, nel cuore di POLIS ART, si accede attraverso un atrio d'ingresso sul quale si affacciano la biglietteria (con annessi un ripostiglio e un guardaroba) e due servizi igienici dotati di antibagno comune. Qualche scalino laterale immettono alla platea, ai lati della quale si notano i palchetti il cui accesso è facilitato da un corridoio. All'estremità opposta degli accessi alla sala si trova il palcoscenico, di superficie pari a circa 55 mq, caratterizzato da una profondità massima di circa 6 metri, ai lati del quale sono ubicate le uscite di sicurezza.

Mille metri di rosso, tra velluto ed altri tessuti sono serviti per vestire il Teatro

Per la realizzazione dell'opera sono stati impiegati tre tipi di tessuto, tutti rigorosamente ignifughi: un meraviglioso velluto di forte grammatura, soffice e dal riflesso rubino; un damasco di colore simile, fatto produrre appositamente, con un disegno classico, recante numerosi richiami floreali, che egregiamente si lega allo stile della struttura ed un raso con funzione di fodera, col quale sono state rivestiti tutti i tendaggi, le arlecchine, e le altre decorazioni tessili. Le frange, poi, sono state tutte applicate a mano, secondo tecnica tradizionale, in linea con quanto prescritto dalle regole dell'artigianato artistico, in un armonioso equilibrio di tradizione e produzione innovativa.

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