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Ecco dunque l'origine prima e più vera di un'altra terra, ecco l'irrompere e il formarsi una luce nuova. Di questa luce vivono i costruttori del domani e del nuovo.

 

Narra La Leggenda...

 

In quegli anni, in quei duri anni, la Terra era in gran parte devastata da terremoti, inondazioni, desertificazioni, glaciazioni e piogge di meteoriti, detriti di asteroidi e altra spazzatura del cielo.

Sebbene molte centrali nucleari fossero state dismesse si stavano verificando sempre più disastri nucleari. Dai laboratori distrutti si liberavano pericolosissime colture.

Le città e i centri abitati venivano distrutti dai movimenti della terra e del cosmo, dall'acqua, dal fuoco. Le coltivazioni devastate erano state, in gran parte, abbandonate. Le persone morivano nelle catastrofi o per atti criminali dovuti a un disperato desiderio di sopravvivenza, ma anche solo a espressioni di pura, crudele violenza, si ammalavano e decedevano a causa di radiazioni, avvelenamenti da sostanze chimiche, diffusioni di virus.

Fu in quei giorni che nella città di AT6.0, dello Stato di AT, che ancora non era stato completamente distrutto dai terribili eventi e dove la qualità della vita era ancora di buon livello, si pensò al progetto poi denominato AT7.0: attrezzati bunker sotterranei dove raccogliere quanto più possibile di persone, scorte, ricchezze destinate a sopravvivere a una possibile devastazione.

Si decideva di procedere per blocchi. Se ne sarebbe costruito uno attrezzato di tutto punto, atto ad ospitare le alte cariche istituzionali per prime, una parte di cittadini e animali scelti inevitabilmente, tra quelli con il migliore corredo genetico, scorte alimentari disidratate, medicine e relativi principi attivi sufficienti per almeno 20 anni. Potenti filtri antiatomici per l'aria incanalata in tubature erano comunicanti con l'esterno, gli oggetti e i materiali ritenuti più preziosi, quali opere d'arte e libri, oro, pietre di valore. Atti, trattati, contratti, brevetti e tutti i documenti importanti vennero digitalizzati, così come dati anagrafici e informazioni relativi a coloro che sarebbero stati gli ospiti del blocco.

Gli ospiti del primo bunker sarebbero stati: Sindaco, Capo dell'esercito, Capo della Polizia cittadina, Tutte le eccellenze per quanto riguardava la medicina e la scienza in genere, l'istruzione, l'arte (in tutte le sue forme) e la letteratura, vari settori produttivi, agricoltura, edilizia, ambiente, economia. I figli, gli amici e i compagni senza distinzioni e parenti stretti dei personaggi sopra elencati. Il massimo che si potesse fare con i tempi così stretti.

Dopo il primo bunker se ne sarebbero costruiti altri, tutti collocati su una falda acquifera sotterranea costantemente monitorata e protetta dagli agenti esterni nocivi e tutti comunicanti fra loro. Un impianto geotermico avrebbe garantito l'energia necessaria. L'intera area sarebbe stata ricoperta con una spessissima calotta di metallo della quale si era esaurientemente testata la resistenza ad ogni tipo d'urto. Sonde retrattili in una guaina ermetica posizionate in apposite tubature avrebbero potuto monitorare la qualità dell'aria esterna.

Il ritorno alla superficie era previsto per quando l'aria fosse tornata sana e respirabile. O almeno così si sperava.

 

Il progetto purtroppo, si fermava al primo bunker perché, mentre si stava terminando il secondo, gli eventi precipitavano: sugli schermi radar del grande Occhio Spaziale, collocato ad ovest del Continente, appariva all'improvviso un enorme oggetto non bene identificabile che si stava dirigendo ad elevatissima velocità verso la Terra proprio in direzione della città di AT6.0. Si calcolava che l'impatto si sarebbe verificato entro sei ore.

Sicuramente l'impatto con la superficie sarebbe stato devastante, tanto più che in periferia era ancora attiva, sebbene in fase di dismissione, una centrale nucleare e l'oggetto non identificato era diretto proprio verso quell'area. Le possibilità di errore nei calcoli erano minime, marginali.

La notizia veniva comunicata al Sindaco della città il quale, mentre attendeva i dettagli dell'evento straordinario imminente, radunava immediatamente i capi di polizia e esercito. Non c'era assolutamente il tempo per far evacuare la città e veniva presa l'amara decisione di tenere segreta la notizia.

 

Divulgarla avrebbe scatenato il panico generale e sarebbe stato ancora peggio visto che nessuno sarebbe sopravvissuto.

Anche se qualcuno avesse avuto il modo di fuggire sarebbe stato raggiunto in breve tempo dalle radiazioni della centrale nucleare che sicuramente sarebbe andata distrutta. Venivano invece radunati in fretta coloro che già da tempo si erano trasferiti nella base militare della città per essere addestrati all'eventuale vita nel bunker. In tutto un migliaio di persone. Forse qualcuno in più...

Tre interminabili e velocissime ore. Lo stesso tempo che utilizzavano altri, che seguendo le tracce di quel brusio sommesso, ma imponente e martellante, riuscivano ad entrare nel secondo bunker non ancora terminato, nascondendosi nella parte più coperta dello spazio blindato.

A tre ore dal presunto impatto iniziava la discesa sottoterra e solo dopo un'ora di immobile pesante attesa nel bunker, avvertivano come un sussulto paragonabile a un terremoto di media entità.

Cinque minuti di assoluto silenzio.

Nulla accadeva. Se un impatto c'era stato la calotta metallica aveva resistito. Era l'inverno del 2016.

 

La vita nel bunker

 

I primi tempi non furono facili. Vivere una nuova vita sotterranea provocò a tutti difficili problemi di ambientazione, di socializzazione, fisici e psicologici.

Sebbene fossero state selezionate persone con alto livello di quoziente intellettivo, razionali e tendenti al distacco emotivo, fu proprio l'emotività a prendere il sopravvento.

Sul popolo sotterraneo calò una sorta di passività, dalla quale ci si risvegliava saltuariamente o al momento della distribuzione del cibo, quando, sempre più raramente, a qualcuno scattava una scintilla di vitalità ... finchè un allarme comunicò che il primo silos, contenente alimenti, non si apriva e non si sarebbe mai aperto.

Notizia che aumentò esponenzialmente il livello di depressione nella comunità. Alcuni incominciarono a diventare sempre più pallidi, gli occhi cerchiati, le labbra tagliuzzate, i movimenti sempre più lenti e apatici o improvvisamente violenti. Magrissimi o obesi, in qualunque modo la passività li stesse modificando, molto probabilmente alcuni si lasciavano morire.

Si sa che gli Umani tendono a far gruppo, a seconda delle loro prerogative, si sentono attratti da chi ha (o ci si illude che abbia) caratteristiche compatibili e in rilevanza gradevoli. Più piccole sono le comunità e più piccoli sono i gruppi, sono per primi i bambini ad aggregarsi. Fu così che Catly, Max, Lara, Stry ed altri..., sebbene tutti molto silenziosi e schivi, a loro modo simpatizzarono e formarono il loro strano e silenzioso gruppo.

Mentre i coetanei ancora tentavano di far qualche gioco, lento o noioso, ma che ancora li legava alla vita precedente, i sette ragazzini, casualmente quelli ritenuti i più intelligenti fra i figli di quelli selezionati, si riunivano spesso negli angoli meno affollati dell'area libera. Sedevano in cerchio ben serrato e trafficavano, borbottavano, si confrontavano. Spesso rimanevano immobili, pensierosi, poi riprendevano a trafficare, borbottare, confrontarsi.

Cosa stesse succedendo all'interno di quel cerchio veniva scoperto quando qualcuno notò che quei bambini avevano perso il pallore e la lentezza motoria. Non avevano più l'aria di piccoli svogliati, ma erano sempre più rosei e vitali. E riunirsi in cerchio a trafficare, borbottare e confrontarsi era diventato il gradito compito di un'energica giornata.

In realtà il cambiamento incominciò quando i sette ragazzini riuscirono a riparare il primo dei due giocattoli in loro possesso. Poi aggiustarono il secondo con i residui di materiali presi in giro nei vari laboratori, e subito i due meccanismi incominciarono a produrre pezzi a incastro che, ricomposti, diventarono altri giocattoli.

Per un fatto o per un altro, finalmente si riuscì a ricreare una parvenza di pace e serenità e i fatti vennero analizzati, gli eventi valutati. I giochi dei ragazzini furono scrupolosamente esaminati. Risultò che fossero semplici meccanismi con all'interno chip diversi. I chip erano criptati e non ci fu modo di decriptarli... Gli studiosi si accorsero per caso che i giocattoli si animavano solo in presenza dei ragazzi che li avevano riparati e assemblati. Gli studi proseguirono solo in presenza del piccolo gruppo di giovani dotati. La faccenda dei chip allarmò un bel poco la classe dirigenziale. Avrebbero potuto essere meccanismi introdotti da un ipotetico nemico. Potevano essere una minaccia per il progetto. Però decisero di mettere da parte il naturale allarmismo scatenato dagli indecriptabili chip quando divenne lampante che la popolazione stava velocemente recuperando le forze fisiche e mentali. Quell'evento così estremamente evolutivo si trasformò in una fonte così rara che divenne preziosissimo e salvaguardato tanto che più il tempo avanzava piano e proprio per la rarità del fatto, la gente divenne più attenta, si accorse dell'aspetto dei ragazzi, s'incuriosì, divenne invadente e costrinse i genitori dei ragazzi a chiedere ordine e protezione per loro.

La vita sottoterra stava riprendendo regolarmente con vigore ed energia soprattutto quando il primo silos si era finalmente aperto e l'umore era governato da un contagioso ottimismo. E infatti passarono oltre trentanni di normale attività per tutti. Di "anormale" c'era solo il fatto che i giocattoli, soprattutto e in particolare quelli a forma di serpentelli espellevano, dietro un secco fischio del suo costruttore, un invisibile filo fluorescente, dalle fauci aperte, un qualcosa che "aggiustava" le cose e piccoli lembi di pelle delle persone. Un tipo di materiale gelatinoso veniva sputato sul "danno lieve" del destinatario, e spariva. E nel mentre i ragazzi crescevano, diventando donne e uomini, aumentavano le capacità di sinergia fra gli oggetti e i giovani.

Negli anni si scoprì che solo contro due cose i serpentelli miracolosi non avevano nessun potere: l'invecchiamento e la morte. Quella specie di gel scaturiva da uno speciale materiale trovato in laboratorio anni prima da uno dei ragazzi, per costruire i loro giocattoli, uno di loro infatti aveva scambiato uno strano flaconcino, per collante adesivo. E questo venne intelligentemente accettato.

Molti nacquero in quegli anni. Eventi ordinari e straordinari accaddero. Alcuni morirono di vecchiaia o di altre cause, alcune cariche e alcuni scienziati lasciarono la vita terrena insieme a molti genitori dei bambini che nel frattempo crescevano, studiavano, si addestravano e imparano la sana vita di società, tra l'altro in quegli spazi ristretti, si sentiva ancora più marcata. Erano un bel numero... Anche i sette ragazzi crebbero e divennero i protettori onorati e rispettati di quelli che ormai erano stati denominati "Serps".

Fu vita "normale" per tutti finchè un giorno, attraverso gli altoparlanti, si diffuse la notizia che tutti aspettavano e nessuno riuscì mai a dimenticare: l'aria in superficie era definitivamente pulita e finalmente vivibile. Sarebbero ritornati!

E' l'anno 2050

 

 

Un ammasso di rovine appariva dinanzi ai loro occhi, scheletri di palazzi e macerie tutt'intorno, uno spettacolo davvero desolante. L'aria era abbastanza respirabile anche se qualche rara nube di gas e vapori si ripercuotevano ancora in qualche loco. Si doveva ricominciare da capo. Consapevoli delle proprie responsabilità e dei ruoli attribuiti per merito che spettavano loro, i Pionieri che riuscivano a salvarsi, si apprestavano a dare vita e colonizzare un'altra terra ... Le loro menti e la loro fatica erano i fautori dei primi tasselli della ricostruzione di una nuova Terra...gli stessi avevano stretto un patto di alleanza con lo scopo principale e con la viva speranza di ricreare la nuova generazione, cercando di stabilire il giusto equilibrio fra le nuove genti e il nuovo territorio.

Nel momento in cui si rendevano conto che stavano per uscire all'aria aperta, pronti a una nuova realtà, stilavano, sottoscrivevano e firmavano, la Carta, con determinate regole da seguire, mettendosi a disposizione dei visitatori e di tutti quelli che erano intenzionati con loro a portare avanti questo progetto. Come pensatori del nuovo orizzonte di vita, trasportatori e come depositari della prima pietra, i Pionieri stabilivano che in queste terre era consentito l'uso verbale più consono alla propria educazione.

Sulla base di ciò che si era generato, l'evoluzione della nuova generazione avveniva per mano dei sopravvissuti...

Anno 2050. Giorno primo.

Raggiungi la città!

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